La Cantina di Triunfo

Festa per i trent’anni di attività e inaugurazione della nuova veste del locale

Martedì 23 maggio 2017, riapre uno degli indirizzi con più storia fra i più amati dai napoletani.

Sono passati più di quattro anni dal crollo di un’ala del palazzo “Guevara di Bovino” in via Riviera di Chiaia, una delle strade più importanti della città a pochi passi dal lungomare partenopeo.

Una doccia interrotta con lo shampoo che colava sugli occhi, mai avrei pensato in quel momento che la causa dell’improvvisa interruzione dell’erogazione dell’acqua fosse il crollo di una parte di un palazzo a pochi metri dalla mia abitazione che aveva danneggiato le tubature dell’intero quartiere.
Così come non avrei mai pensato, in quel momento, che un giorno avrei dato il mio piccolo contributo alla rinascita di un’attività coinvolta, come tante altre della zona, in modo così diretto e drammatico da quel crollo.

La “Cantina di Triunfo” dal 1876, prima come cantina e poi dal 1987 come osteria, è stata da sempre un riferimento in città per gli amanti del buon vino e delle migliori osterie napoletane.
E la “Cantina di Triunfo”, così come tante altre attività di Via Riviera di Chiaia, fu costretta a chiudere i battenti nell’attesa che si rimettesse in sicurezza l’intera zona.
Dopo tre anni, da quel 4 marzo 2013, la difficile riapertura, ma la vera svolta è oggi.

La “Cantina di Triunfo” si presenta totalmente rinnovata da ciò che è stata in passato, una vera e propria rinascita, che coincide con quella dell’intera zona, con il recente inizio della ricostruzione del palazzo “Guevara di Bovino” e l’imminente apertura della “Linea 6” della Metropolitana.

Quando Antonio Triunfo e Gaetano Russo decisero di consegnarmi idealmente le “chiavi” de La “Cantina di Triunfo”, affinché pensassi alla rinascita della loro attività, sentii subito mia la forte responsabilità di aderire a questo progetto, mettendo in campo tutte le forze possibili per dare il mio contributo.
A dire il vero, in occasione della prima visita, già mi fu ben chiaro come intervenire, anche a livello strutturale ed estetico, immaginandomi da subito il risultato finale.
E così, come la più felice delle “trasmissioni del pensiero”, l’Arch. Mimmo Moccia, oramai partner abituale nelle mie attività di consulenza, ha saputo perfettamente interpretare quell’ idea iniziale.
Via tutto il bianco alle pareti del ristorante che copriva il sapore architettonico del fabbricato, recuperando il disegno originario del seicento di “Palazzo Mirelli” e riportando quindi alla luce i lambris, i portali, dando tonalità di colori tali da renderli finalmente visibili.
Luci calde come le vecchie taverne napoletane illuminate da candele, una galleria fotografica lungo le pareti che racconta l’antica storia di Napoli, ma estrema cura anche all’esterno, con l’obiettivo di mettere in evidenza la monumentalità del fabbricato, intervenendo sugli arredi ed eliminando il grande ombrellone che ne impediva la visibilità.

In cucina la cuoca Gabriella Barbati, qualche esperienza in locali di grande successo, con stelle Michelin, e un grande amore per la sua terra, i Campi Flegrei.

Una sfida anche la sua, con la speranza che interpreti al meglio questo nuovo corso, così come hanno fatto Antonio e Gaetano per la ristrutturazione della loro “cantina”.

Il mio suggerimento è stato di dare grande attenzione alle materie prime, all’estrema cura e alla semplicità nell’esecuzione dei piatti utilizzando pochi ingredienti, nel totale rispetto della tradizione gastronomica partenopea. In un locale dove sono stati curati tutti i dettagli, dove nulla è stato lasciato al caso, per il menu così come per la carta dei vini, dove insieme alle migliori etichette regionali campeggiano anche grandi vini italiani da collezione.

Forse quello che manca oggi in città.

Martedì 23 maggio 2017 si ricomincia.

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