Auguri Angellina, sessant’anni passati nella piccola cucina dell’osteria ‘e curti di Sant’Anastasia

Era il 12 settembre 1952, Antonio e Luigi, due fratelli afflitti da nanismo ipofisario, inaugurano a Sant’Anastasia, piccolo paese alle pendici del Vesuvio, la loro osteria. La ereditarono da un loro zio, Luigi Ceriello, monaco francescano.
Le fu dato il nome di “o’ monaco”, ma ben presto, per via della loro statura, prese il sopravvento fra i clienti il nome di “ ‘e curti”.

In quello stesso giorno la loro nipote Angelina, una bambina di appena nove anni, si fece largo fra gli invitati dirigendosi in cucina e dopo essere salita sul piccolo sgabello dello zio Luigi si mise a curiosare fra i fornelli.
Cominciò così l’avventura di Angelina Ceriello, che da quel giorno s’impossessò di quel piccolo spazio diventandone la padrona assoluta appena un anno dopo. “E’ stata la mia prigione, per sessant’anni, ma ne sono sempre stata felice!”.

In quella cucina di soli quindici metri quadrati, rimasta così com’era, cucinava lo zio Luigi aiutato dalla sorella Assunta (nella foto con Angelina) che tuttora, alla tenera età di ottantacinque anni, è ancora in prima linea insieme alla nipote Angelina e al pronipote Francesco, che da due anni cerca timidamente di carpire i segreti della loro arte.

L’osteria era il punto di riferimento di tutti gli appassionati della zona, i piatti quelli di sempre, il soffritto, la trippa al pomodoro, la minestra maritata, la carbonara.
Il vino recitava un ruolo importante perché i curti, come tutti gli osti di quel tempo, vinificavano direttamente e con grande maestria partite di uva provenienti dal beneventano e dal Vulture che loro stesso selezionavano.

 

Ad Angelina, Antonio e Luigi si aggiunse ben presto il fidanzato e futuro marito di Angelina, Carmine D’Alessandro, operaio metalmeccanico, che fece il suo ingresso in osteria nel 1961 per dare una mano in sala ad Antonio che da solo non riusciva più a gestire il numero sempre più crescente di clienti.

Dalla loro unione nacquero l’irascibile Vincenzo, oggi a capo del laboratorio di famiglia dove si produce il nucillo “ ‘e curti”, oramai presente in tutti i ristoranti dell’alta gastronomia italiana, e Sofia, che dal 2006 affianca papà Carmine in sala insieme al marito Roberto, appassionato e profondo conoscitore del mondo del vino, dando vita alla terza generazione di questa splendida famiglia di ristoratori. Luigi, il più giovane dei curti, morì nel ’73, Antonio nel ’90.

Dodici settembre 1952, dodici settembre 2012, sessant’anni in cucina per Angelina, sempre con il sorriso sulle labbra, felice di deliziare i clienti della sua osteria, divenuta oramai una tappa irrinunciabile per chi vuole immergersi nella cultura gastronomica del luogo attraverso i suoi piatti. Fagioli e funghi pioppini, l’agnello con i piselli, i paccheri con lo stocco, i fantastici crocchè di patate, sono i classici della cucina di Angelina e Assunta.

E così, con Enzo D’Alessandro, abbiamo deciso di rendere omaggio a uno dei monumenti della gastronomia campana e italiana, Angelina Ceriello, degna nipote di due grandi buongustai, Antonio e Luigi, i mitici curti. Come? Chiamando a raccolta stasera nel suo locale di Sant’Anastasia tutti i clienti storici, gli amici de “ ‘e curti”, una delle grandi osterie italiane.

Auguri, Angelina!

 

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