“La presentazione del tuo libro “Tre meno meno” è stata molto divertente, diversa dal solito”.

Questo è stato il commento, unanime, di chi è venuto sabato 19 marzo al Grand Hotel Parker’s

Ora posso dirlo: ero preoccupato.

Temevo che l’organizzazione per la presentazione del mio libro “Tre meno meno” mi stesse sfuggendo di mano.

Con i giorni che passavano mi rendevo sempre più conto che la presenza di importanti personaggi dello sport, dell’editoria, potesse far lievitare il numero dei presenti, di per sé già cospicuo per le persone che con l’ufficio stampa DiPunto avevo invitato.

Così, nonostante avessimo aggiunto altre quaranta sedie, da 220 a 260, nella sala “Ferdinando IV di Borbone”, la più grande del Grand Hotel Parker’s, altre 40/50 persone hanno assistito alla presentazione all’impiedi. Me ne scuso.

Venendo al dunque qualche settimana prima ero stato invitato alla presentazione di un altro libro, per correttezza non farò il nome, e proprio in quell’occasione dissi al mio editore, Alessandro Polidoro, presente anche lui in sala: “la mia presentazione deve essere tutto tranne questa alla quale stiamo assistendo adesso”. In realtà lo schema mi era già chiaro, consapevole del fatto che la maggior parte di queste sono spesso noiose.

Volevo, ci tenevo, che fosse dinamica, allegra, che avesse ritmo, e alla fine il giudizio di tutti è stato unanime. Ed è quello del titolo di questo post.

Certo, la presenza di persone di spicco del mondo dello sport partenopeo, come l’ex calciatore e allenatore del Napoli, Luis Vinicio, e soprattutto del Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, grande uomo di spettacolo e quindi abituato ad avere tempi, ritmi, dialettica, al punto da tenere sulla corda il pubblico presente, ha inciso tantissimo sulla buona riuscita dell’evento.

A proposito, quante polemiche inutili e prive di sostanza riguardo il suo intervento sulla pizza, fra l’altro da me scherzosamente sollecitato, quando ha dichiarato della sua preferenza per quella più “biscottata”, la classica romana, anziché la nostra napoletana. Ha semplicemente espresso un suo personale giudizio, basato sul suo gusto e nulla più, non offendendo nessuno, anzi volendola dire tutta ha anche chiuso il suo intervento svelando al pubblico presente che nelle vesti di produttore cinematografico sta preparando un documentario proprio in onore della pizza napoletana.

La presentazione si è aperta con gli interventi dei relatori, con questa sequenza temporale: il primo di Donatella Bernabò Silorata, poi Francesco De Luca, Livia Iaccarino, e infine Luciano Pignataro. Due parole vanno assolutamente spese per loro, casomai ne avessero bisogno: li conosco molto bene nel privato, tutti, ma li ho ascoltati con grande orgoglio e piacere, perché i loro interventi sono stati di un profilo culturale altissimo, da grandi professionisti, e non smetterò mai di ringraziarli.

In verità ho cercato di tenere tutto sotto controllo, come il mio carattere mi impone, ma sono stati tre i momenti nei quali un po’ di emozione in più, per non dire commozione, stava per prendere il sopravvento: il primo quando ha parlato Luis Vinicio. Come ho già detto e ripetuto più volte, mio padre, che ho perso ventitré anni fa, mi ha cresciuto a “Pane & Vinicio”, e quindi la presenza del “lione”, il suo soprannome qui a Napoli, mi ha riportato inevitabilmente a lui, a quegli anni, a quando mi portava allo stadio, a Napoli e in trasferta, tenendomi sempre per mano a causa della mia giovane età. Poi l’incontro con i miei vecchi compagni di classe, Marco Vicinanza, Maurizio Falco e Enzo Pecorella, i primi due non li vedevo proprio dai tempi delle scuole medie, è stato altrettanto emozionante, e infine l’abbraccio con mia figlia, che mi ha fatto la meravigliosa sorpresa di presentarsi a casa, così all’improvviso, il giorno prima della presentazione, tornando dall’Inghilterra dove studia.

Ecco, oggi posso dirlo, è andato tutto bene, grazie anche alla preziosa collaborazione dei dipendenti del Grand Hotel Parker’s, del servizio hostess della Sirio Events, dell’ufficio stampa DiPunto, proprio così come desideravo.

Un grande grazie anche alla madrina del mio libro, Roberta Bellesini Faletti, venuta apposta a Napoli per me dalla lontana Asti, così come lo devo ai tanti amici venuti da altre città, da Roma, Vicenza, Milano, Firenze, e a tutti i presenti. Grazie davvero!

In definitiva mancava solo una persona, alla quale devo tanto, come ho ricordato più volte nel mio libro: Alfonso Iaccarino.

Era fuori Italia per un improrogabile impegno di lavoro, ma mi rifarò presto con lui.

A breve verrà annunciato un altro evento, un altro giorno importante per me e spero anche per il mio territorio, che lo vedrà inevitabimente e giustamente protagonista.

Come si dice in questi casi? “Stay tuned!”

La fotografia è di Luciano Furia

 

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