Maurizio Cortese: «La Campania? È una regione da mangiare»

da: leifoodie.it

Intervista al fondatore di “Corteseway”, portale multilingua dedicato ai sapori semplici e genuini di una regione che deve imparare a valorizzare i prodotti legati all’eccellenza del territorio. Dalla mozzarella di bufala Dop alla pasta di Gragnano, la qualità e la tracciabilità sono l’unica arma contro le ecomafie.

A volte è il caso a decidere per noi. È successo di sicuro a Maurizio Cortese, imprenditore napoletano cresciuto con l’amore per l’alta cucina perché suo padre, alla fine degli anni ’60, decise di prendere casa a Sant’Agata sui due Golfi, suggestiva località collinare vicino a Sorrento. A un passo dalla sua abitazione stava per nascere quello che sarebbe diventato uno dei ristoranti più conosciuti del mondo e meta di tante celebrità, reali compresi: il Don Alfonso.

«Da ragazzino ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare la cucina di Alfonso Iaccarino, – spiega Maurizio Cortese – all’epoca ho vissuto il periodo di sperimentazione che precede l’apertura di un locale, trascorrendo il mio tempo in un laboratorio di gusto e di sapori autentici. Il modo migliore per imparare ad affinare il palato».
La lezione professionale e umana di Iaccarino, con cui è nata una profonda amicizia, e l’amore per la sua terra, hanno spinto Cortese a condividere questo bagaglio di esperienza.

Così è nato Corteseway.it, portale multilingua per viaggiare e scoprire la Campania bella da vedere e buona da gustare, e per fornire consulenze su misura nel food&wine.

Invita a visitare mete note e meno conosciute della sua regione. Un cibo campano, invece, che secondo lei merita di essere riscoperto?
«Penso al conciato romano, un formaggio dal gusto intenso che si fa risalire alla civiltà sannitica (si produce coagulando, con caglio di capretto, latte vaccino, ovino o caprino, n.d.r.). È una specialità in parte tornata in auge, la cui diffusione è tuttavia legata a una disciplina di produzione che ha fasi piuttosto lunghe.
Questo mette in rilievo un dato, che è il vero problema campano: i produttori non vengono aiutati e non riescono a esprimersi come potrebbero. Il compito di un’amministrazione attenta al territorio consiste anche nel valorizzare i tanti giacimenti gastronomici, e nel sostenere le persone che da sole non riescono a fare impresa». Leggi tutto

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