La bellissima Sicilia, quella di due grandi chef, Pino Cuttaia e Ciccio Sultano

Atterrati all’aeroporto di Catania il nostro itinerario della Sicilia del sud-est comincia a Chiaramonte Gulfi, dopo aver percorso quasi un centinaio di chilometri accompagnati lungo tutto il percorso dai “muri a secco”, caratteristiche costruzioni in pietra, tipiche di queste zone, che delimitano le campagne di questo splendido angolo di Sicilia.
Arriviamo sulle colline dei Monti Iblei e proprio qui c’è la tenuta di Lorenzo di Pianogrillo, dove si produce uno dei grandi oli italiani. Settanti ettari di terra tutti piantati a oliveto che proprio Lorenzo cura con grande passione con la sua squadra di contadini. Guai a ricordargli che il suo olio è uno dei prodotti “icona” della gastronomia italiana, il fatto di essere considerato un prodotto di moda teme che faccia perdere di vista tutto il duro lavoro che c’è dietro il successo della sua azienda.
In una ventina di chilometri più a sud si arriva in uno dei più bei luoghi di tutta la Sicilia, Ragusa Ibla. Una bella scoperta è stata questo nuovo locale, La Locandina, inaugurato nell’agosto del 2009. Noi abbiamo provato un buon Soufflè di Ragusano, salsa di pere e cipolla rossa in agrodolce e un ottimo Baccalà al pomodoro fresco, rispettivamente a dodici e a sedici euro. Amici fidati della zona ci hanno detto che anche la pizza, che si serve solo di sera, sia assolutamente da provare.
Per chi ama l’alta ristorazione il nome Ragusa Ibla richiama immediatamente uno dei più grandi chef  italiani, Ciccio Sultano, che con il suo ristorante “Duomo”, a pochi passi dalla principale attrazione del paese, il bellissimo Duomo di San Giorgio, è da anni in cima alle preferenze dei gourmet italiani e stranieri. Sorprendente, più di quanto mi aspettassi, la cucina di Sultano. La Sicilia barocca, ricca, opulenta, la riconosci in ogni piatto che arriva al tuo tavolo, per non parlare dei dolci. Il Gelato al tartufo nero siciliano è da provare e magari, com’è accaduto a me, da riprovare ancora. Al “Duomo” è stata una piacevole sorpresa ritrovare un bravissimo sommelier, Valerio Capriotti, arrivato in Sicilia dopo l’importante esperienza in quel di Roscioli, nella capitale. L’attività di Ciccio Sultano non si ferma solo alla ristorazione, a breve inaugurerà, a pochi metri dal suo ristorante, una scuola di cucina.
Un altro luogo meraviglioso di questa parte di Sicilia è Modica. Ci sarebbero fiumi di parole da spendere su questa cittadina per la sua storia, le sue bellezze, ma per restare nell’ambito caro a chi ci legge, non si può non far cenno al suo prodotto simbolo, il cioccolato. Noi abbiamo fatto visita all’“Antica Dolceria Bonajuto”, forse l’indirizzo con più storia dell’intera cittadina. Provare i loro prodotti è come compiere un viaggio a ritroso nel tempo, la storia del cioccolato di Modica si lega indissolubilmente ai luoghi dove il cioccolato è nato, nelle antiche piantagioni del centro America.
Cento chilometri più a ovest, attraversando Vittoria e Gela, si arriva a Licata e lì, a pochi metri dal mare, c’è uno dei grandi fenomeni della ristorazione italiana, Pino Cuttaia, con il suo ristorante la “Madia”. La sua cucina ti racconta il mare, il suo mare, in modo sincero e istintivo, senza fronzoli.
La storia di questo chef nasce in modo alquanto singolare. Il padre non amava i ristoranti, diceva quella frase ricorrente, che tanti dicono, “si mangia meglio a casa”, impedendo così a Pino di frequentarli, ma in lui era talmente forte la curiosità di osservare quel mondo dal suo interno che pur di viverlo accettò di fare il lavapiatti in un ristorante e da persona scrupolosa qual’ è riuscì anche in questo ruolo a guadagnarsi il rispetto di tutti.
Oggi, in questo angolo sperduto dell’Italia e della Sicilia, Pino Cuttaia ha vinto la sua sfida, insieme alla moglie che lo aiuta in cucina, riuscendo a portare al suo ristorante persone da ogni dove.

 

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