Mi avevano parlato bene dell’hotel Arts di Barcellona e così, quando ho sentito nostalgia di uno dei più bei mercati, la Boqueria, sulla “Rambla”, non ho esitato a prenotare.
Quando l’ho visto dall’esterno, a dire il vero, non ho avuto una grandissima impressione. Il fatto che fosse ingabbiato in una struttura di acciaio mi ha dato un senso immediato di claustrofobia, aldilà del discutibile fattore estetico.
Le cose sono per fortuna andate meglio una volta entrati. Arredi moderni, funzionali, tutto molto elegante, ma senza mai eccedere nel lusso fine a se stesso.
Ho prenotato l’Arts, che svetta sul porto olimpico, anche perché all’interno ci sono due ottimi ristoranti, il due stelle “Enoteca” e quello dello chef Sergi Arola, allievo di Ferran Adrià e di Pierre Gagnaire.
In verità non sono state esperienze gastronomiche degne delle attese, ma Barcellona offre talmente tanto da avere solo l’imbarazzo della scelta.
Sono molto legato a due luoghi, che visito ogni volta che passo da queste parti: “Cal Pep”, distante pochi minuti di auto dall’hotel Arts, a Placa de les Olles, dove le “tapas” vengono servite come consuetudine di questi luoghi alla “barra”, ovvero seduti su degli sgabelli all’ingresso del locale, con i cuochi che servono i piatti “live”. “Cal Pep” ha anche una minuscola sala (consigliata) con pochissimi tavoli, ma per questi è necessario prenotare con largo anticipo.
Un altro luogo a me caro si trova a Calle de Mallorca, La “Cerveceria catalana”, anche questo sempre molto affollato. Come per il “Cal Pep” anche qui è difficile rimanere delusi.